Comunità Pastorale dei Santi Apostoli

San Francesco di Sales

San Francesco di Sales

Non è tempo di fare monumenti, mosaici e decorazioni costose, è tempo di salvare con costruzione semplice la fede del nostro popolo” (card. Giovanni Battista Montini).

Non vogliamo chiese ricche e tanto meno sfarzose: solo l’imprescindibile, perché Dio possa incontrare il suo popolo e educarlo liberamente al suo amore” (card. Giovanni Colombo).

Queste sono, in sintesi, le linee guida che hanno ispirato l’architetto Vittorio Gandolfi all’inizio degli anni Sessanta nella progettazione della nuova chiesa per la Parrocchia di San Francesco di Sales e che verrà poi realizzata tra il 1968 e il 1970.

Come prima cosa egli pensò che dovesse essere il “cuore vivo” della comunità parrocchiale inserendola tra gli edifici preesistenti della centralissima via della Commenda.

La chiesa dedicata a San Francesco di Sales colpisce per il carattere urbano e il raffinato inserimento nel tessuto del centro storico di Milano.san francesco 2

Il progetto si sviluppa all’interno di una piccola area, di forma rettangolare, affacciata su via della Commenda, proprio difronte al rinomato liceo classico “G. Berchet”, in cui viene concepito un complesso architettonico composto da due corpi disposti a “L” e con differenti funzioni.

Su strada la FACCIATA si caratterizza per un gioco di linee orizzontali e verticali; le prime si individuano nelle solette in cemento armato che chiudono la composizione del fronte sopra il porticato; verticalmente, invece, il prospetto viene scandito dai parapetti dei balconi costituiti da listelli in legno montati su un telaio metallico verniciato di nero e dai pluviali che, a passo alternato rispetto alle travi disegnano un profilo sinuoso all’edificio. I pilastri del porticato, le partizioni murarie dell’ingresso, così come le solette orizzontali della facciata erano originariamente in cemento a vista, oggi levigato e dipinto di grigio chiaro.

La FACCIATA, pensata in continuità con le case della via, ha sicuramente un effetto urbano inedito per un’architettura religiosa. Una interruzione è stata creata sapientemente con un porticato che sottrae volume al fabbricato e definisce uno “spazio filtro” che prepara l’introduzione al luogo sacro, non tanto annunciandolo, ma semplicemente “staccandolo” dalla strada: un ambiente semiaperto, un profondo atrio coperto e sopraelevato delimitato da una pensilina in cemento intonacato di grigio.

Solo una GRANDE CROCE in legno, posta a ridosso della cancellata, segnala ai passanti la funzione dell’edificio.

san francesco 1La CHIESA si trova al piano rialzato ed è collegata all’ingresso tramite un gioco di rampe e scale che colmano i 2 metri di dislivello. 

In origine, le porte erano in legno, la porta situata direttamente in corrispondenza dell’altare era tenuta solitamente chiusa; veniva aperta solo in occasioni particolari – quali matrimoni o funerali – per sottolinearne la simbologia: “io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo” (Gv 10,9). Superate le due porte a vetri, il fedele viene colpito dalle geometrie semplici che racchiudono uno spazio di grande effetto. La pianta rettangolare è dominata da un soffitto ribassato, distaccato dai muri perimetrali, e sostenuto da otto pilastri ad angoli smussati con capitello a tronco piramidale rovesciato.

Il soffitto viene interrotto da un grande lucernario dotato di cupola che illumina direttamente l’altare di sotto. Esso costituisce il punto focale dello spazio interno. Nello spazio assembleare sono presenti due lucernari di forma quadrata che creano un percorso suggestivo verso il crocefisso sospeso. Lo spazio centrale accoglie i fedeli che entrando possono trovare riparo dalla vita frenetica della città e, con la sua luce soffusa, invita al raccoglimento.

Il PRESBITERIO e l’altare maggiore sono intesi come il punto focale dell’ambiente sacro. Il livello rialzato del presbiterio contribuisce a creare lo stacco necessario allo spazio liturgico, immaginato come termine di un percorso di avvicinamento a Dio, stacco accentuato anche dall’utilizzo di diversi materiali: marmo bianco per lo spazio liturgico e piastrelle in clinker marrone scuro per lo spazio assembleare. Il più recente rifacimento ha eliminato questo aspetto cromatico. Mentre la luce proveniente dall’alto del lucernario dona all’altare un effetto mistico, accentuato dal fatto che le pareti circostanti sono lasciate volutamente in ombra. La chiesa viene così conformata per valorizzare lo spazio della celebrazione attraverso la sospensione della copertura in una cornice di luce.

Lateralmente la luce ricade indirettamente tramite i lucernari in vetrocemento che corrono lungo le due navate laterali: un confine luminoso circonda e limita la chiesa, una luce uniforma che dall’alto scivola sulle pareti di calce bianca. Le ondulazioni impresse al materiale di rivestimento danno morbidezza all’intero perimetro, in contrasto con la grande copertura di cemento a vista. A sinistra alcuni gradini e un parapetto rivelano un altro ambiente destinato a piccole celebrazioni, mentre a destra si sviluppa una successione di finestre colorate, inquadrate da una cornice sporgente verso l’esterno.